La mobilità è una delle grandi sfide da affrontare per gestire l'uso dello spazio pubblico, i problemi di traffico o l'impronta ambientale. Fattori che stanno favorendo l'affermazione di nuove modalità di trasporto come la sharing mobility, che offre vantaggi quali un minor inquinamento, risparmio sui costi per l'utente o una città più libera dal traffico.
Per sharing mobility intendiamo sia l'uso di veicoli condivisi (auto, moto, bicicletta, monopattini o scooter) sia la condivisione di un viaggio, tra individui (P2P) o da azienda a individuo (B2C ). La contrattazione di questi servizi avviene normalmente tramite il telefono, collegandosi a una pagina web o scaricando un'applicazione. L’origine della sharing mobility risiede infatti nello sviluppo delle tecnologie della comunicazione e dell'economia collaborativa.
Una spinta significativa allo sviluppo della sharing mobility proviene dalle politiche di disincentivo del trasporto privato in favore di una mobilità più sostenibile, seguite da tutti i governi europei su indicazione di Bruxelles e del suo Green Deal. A partire dai fondi del piano Next Generation EU, infatti, le iniziative promosse dalla UE puntano a raggiungere la neutralità climatica entro il 2050. Per questo, la mobilità del futuro sarà basata su sostenibilità, digitalizzazione e intermodalità.
La crescita della sharing mobility in Italia
La pandemia di Covid-19 ha lasciato un segno anche sulla sharing mobility, che nel 2020 ha registrato un calo delle percorrenze del 30,6%, con 158 servizi attivi nelle città italiane. Tuttavia, già a giugno 2021 i dati sono tornati su livelli pre-pandemia e la crescita negli ultimi 5 anni è stata del 200%, secondo l’Osservatorio nazionale sulla sharing mobility, dipendente dal ministero della Transizione ecologica, dal ministero delle Infrastrutture e mobilità sostenibili e dalla Fondazione per lo sviluppo sostenibile.
L’analisi dell’Osservatorio evidenzia come in Italia il parco mezzi in regime di sharing sia costituito per il 90% da biciclette, scooter e monopattini. I monopattini, in particolare, hanno registrato una grande espansione dell'offerta in termini di veicoli, operatori e città servite. Nel 2020 i noleggi di questi mezzi sono stati 7,4 milioni per 14,4 milioni di chilometri percorsi.
Anche il bikesharing ha segnato una crescita notevole, con l’arrivo di 1.300 nuove biciclette nelle città italiane. Di queste, le elettriche superano il 30%. Lo scootersharing ha aumentato l’offerta di veicoli del 45%. Al contrario, i servizi di car sharing sono quelli che, fra le varie modalità di sharing mobility, hanno risentito maggiormente delle restrizioni alla mobilità.
Tra le maggiori città italiane che offrono servizi di sharing mobility, Milano primeggia con 14 servizi di micromobilità, cioè quelli riguardanti mezzi leggeri, i più richiesti nel periodo post lockdown. Al secondo posto troviamo Roma con 11 servizi e Torino con 7 al terzo. In Italia, il servizio più diffuso è il bikesharing station-based presente in 26 città, seguito dai monopattini con 38 servizi in 17 città, dal bikesharing free-floating (13 servizi in 12 città) e dallo scootersharing che è presente in 4 città italiane.
La mobilità sta cambiando, e anche le assicurazioni online si adattano al futuro per una sicurezza garantita a bordo di ogni mezzo.
Per sharing mobility intendiamo sia l'uso di veicoli condivisi (auto, moto, bicicletta, monopattini o scooter) sia la condivisione di un viaggio, tra individui (P2P) o da azienda a individuo (B2C ). La contrattazione di questi servizi avviene normalmente tramite il telefono, collegandosi a una pagina web o scaricando un'applicazione. L’origine della sharing mobility risiede infatti nello sviluppo delle tecnologie della comunicazione e dell'economia collaborativa.
Una spinta significativa allo sviluppo della sharing mobility proviene dalle politiche di disincentivo del trasporto privato in favore di una mobilità più sostenibile, seguite da tutti i governi europei su indicazione di Bruxelles e del suo Green Deal. A partire dai fondi del piano Next Generation EU, infatti, le iniziative promosse dalla UE puntano a raggiungere la neutralità climatica entro il 2050. Per questo, la mobilità del futuro sarà basata su sostenibilità, digitalizzazione e intermodalità.
La crescita della sharing mobility in Italia
L’analisi dell’Osservatorio evidenzia come in Italia il parco mezzi in regime di sharing sia costituito per il 90% da biciclette, scooter e monopattini. I monopattini, in particolare, hanno registrato una grande espansione dell'offerta in termini di veicoli, operatori e città servite. Nel 2020 i noleggi di questi mezzi sono stati 7,4 milioni per 14,4 milioni di chilometri percorsi.
Anche il bikesharing ha segnato una crescita notevole, con l’arrivo di 1.300 nuove biciclette nelle città italiane. Di queste, le elettriche superano il 30%. Lo scootersharing ha aumentato l’offerta di veicoli del 45%. Al contrario, i servizi di car sharing sono quelli che, fra le varie modalità di sharing mobility, hanno risentito maggiormente delle restrizioni alla mobilità.
Tra le maggiori città italiane che offrono servizi di sharing mobility, Milano primeggia con 14 servizi di micromobilità, cioè quelli riguardanti mezzi leggeri, i più richiesti nel periodo post lockdown. Al secondo posto troviamo Roma con 11 servizi e Torino con 7 al terzo. In Italia, il servizio più diffuso è il bikesharing station-based presente in 26 città, seguito dai monopattini con 38 servizi in 17 città, dal bikesharing free-floating (13 servizi in 12 città) e dallo scootersharing che è presente in 4 città italiane.
La mobilità sta cambiando, e anche le assicurazioni online si adattano al futuro per una sicurezza garantita a bordo di ogni mezzo.
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